I Racconti di Gluca
18:55 - 19:20
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“Issa le tue vele al vento ed offrigli i tuoi sensi tutti inebriati; e come pazzo eroe getta un seme di follia nella perenne ricerca di Amore”.
18:55, e forse dovrei dire “le diciannove meno cinque”, ma
avrebbe il sapore di un tempo che già intavola i colori opachi del
crepuscolo...ed invece voglio ancora temporeggiare...assaporarti
avidamente:
MARE che senza confini sono i tuoi ricordi come allora e
così adesso e per sempre - mare - che impassibile osservi il mio
osservarti solitario che monotono s’infrange assieme alle tue onde,
sulla scogliera
mare diamantino e turchese nell’ora vermiglia che vede i
pescatori tornare alle loro case e alle loro donne e senza alcuna fretta
consumo alla sazietà quest’aria salmastra pungente, e mi
spingo oltre, oltre quel confine sottile che mi divide dall’immensità
che domina sopra di te…oltre la percezione olfattiva di un amore che
mi ha lasciato andare lontano…con gli ormeggi mollati ed irte
vele - lontano, lontano - solcando rotte a me ignote.
Il parabrezza della mia auto sta disegnando l’ombra del mio
respiro, separandomi da te e dal mio disordine.
Ed ecco. Proprio
come un film.
Certo.
A volte non ho dubbi (neppure quando mi tocca di giudicare la
mia).
Si.
D’accordo.
Ma cosa? - vi state chiedendo - cos’è che è proprio come un
film?
Ma la vita, ovvio.
La nostra vita, quella di noi tutta - vita.
Spesso te la vedi scorrere davanti agli occhi come un film, e con
un bel sacchetto unto di pop corn fra le mani e quando sei lì che stai
cercando di asportare pure i granelli di
sale che posano sul fondo
- vero american drive in - d’un tratto ecco che scende sulla schiena
la doccia fredda: quel finale che non t’aspettavi: quello che non
avresti voluto e che invece dovrai portare silenziosamente a casa, fin
sotto le coperte.
Ma si sa.
I film non li scriviamo mai noi.
C’è sempre qualcun’altro che lo fa al nostro posto.
La musica incalza, gli archi salgono di tenore e...no.
Quel finale proprio no.
Non era quello che volevi. Sentimenti, stati d’animo
che alimentano e consumano la cera sul
cuore....amore....amicizia....diffidenza...pensieri...pensieri...pensieri...cose
- poche - che restano e cose
che svaniscono, dissolvendosi come
nebbia vaporosa del mattino...che abitano in noi e che poi, di
soppiatto, si
congedano...senza concedere
il tempo di ripensare... Abitanti d’un mondo intangibile che non esige permesso
d’ingresso...che ospita le nostre parole non dette come una
composizione mai eseguita...i nostri sguardi non confessati come un
quadro mai completato...le nostre emozioni solo sfiorate...ansie e
paure...gioia e leggerezza. Si può immaginare che un pensiero “viva” di luce propria ?
Che sappia provare il senso dell’abbandono...di smarrimento... Sto provando ad immaginarlo. Mentre scrivo.
“...ascolta, il passo
breve delle cose assai più breve delle tue
finestre - quel respiro che esce dal tuo
sguardo chiama un nome immediato :
il tuo amore. E’ fatto di ombre e ciclamini , ti chiede il suo mistero e
tu non lo sai dare...” Per questo mi ritrovo a pensarti, and I’ve
got something in my mind, BUT it’s
NOT ME.
“………….quello
spirito, o veggente, ho
cercato e inseguito tutta la vita ; nel
cielo,
all’inferno, sulla terra e nell’aria - ricerca
senza fine e risultato ! Avessi
una sola volta veduto il suo sguardo accendere
di gloria le nubi che mi perdono, mai
avrei gridato vilmente il desiderio di
non pensare, di
non essere più..... ............Nella
nebbia di quella che io fui
dentro cieli improvvisi alto,
friabile,
coronato di piogge, unto di lacrime,
risonante di echi, non so come...” E sì, forse è proprio vero che quando il cuore sembra scollarsi, tutto
a sua volta si scolla intorno…ed allora la sensazione di rincorrere
pezzi di qualcosa, di qua…là….oltre….diventa più tangibile. Come
il ricordo di una poesia. Di una
canzone. Mentre
ascolto il mare. Mentre lui ascolta me.
“Come on
you boy
child, you
winner and loser, come
on you miner for truth and
delusion, and SHINE !” Mare che ascolti quello che non posso dirti, come
il cadavere di una stella sulla schiuma del mare...
come due occhi che ti stanno a guardare da dietro una tenda...e
non si fanno notare...come un albero nel deserto...come un trucco non
ancora scoperto...come una cosa che era meglio non fare... “aspettavi
qualcuno baby ? ho guardato fuori baby e non ho visto
nessuno...c’e qualcuno che bussa baby...”
...c’e qualcosa che passa in questa stanza vuota...come una sagoma sul
pavimento...come sabbia sotto il cemento...come il passato in una
fotografia...come una terra che diventa straniera... come un mattino che
diventa sera... sera di un giorno di festa...e di pioggia...che diventa
tempesta...come un lungo saluto...come un sorriso che dura un
minuto...come uno sguardo buttato sul futuro...come un’occhiata al di
la’ del muro... “e’
venuto qualcuno baby, che non si e’ presentato...e’ venuto lo stesso
baby, ma non era
invitato...e’ venuto qualcuno baby...che ci guarda e sta zitto...” ...e
c’e’ qualcosa che cambia sotto questo soffitto...come il giorno che
cammina...anzi come la notte che si trascina... come una nuvola sulla
coscienza...
come
tutte queste cose passare e....troppe
volte
zero, baby,
non vuol dire 1...c’e’
qualcosa che brucia in tutto questo fumo....
....e così
penso&confusione& non sapere davvero dove cercare/andare...dove
chiedere un piccolo ricovero per questi stanchi pensieri , pensieri che
non ho più forza di pensare ; pensieri scaduti già migliaia e
migliaia di volte fa...che ormai non sanno più stupirmi……… ... proprio
oggi...oggi... oggi
che sei andata via,
allontanandoti lentamente...come musica scura che scandisce basse
vibrazioni lunghe...ed ogni immagine si muove in dimensione che e’
senza tempo...senza aria...e tu sai che quelle sue spalle sono una resa.
Un volgersi muto di sguardi mai più detti e riassunti in quella
schiena che oltrepassa il tuo spazio...e via.
Ora e’ davvero per sempre.
E cosa fare ora... ora che il freddo non perdona chi confuso si muove al margine
muro&muro di una strada di luce impotente...cosa fare ora che il tuo
amore non riconosce più la mia voce...ed oltrepassa la mia ombra...
cancellando le mie orme per meglio nascondersi...
E’ così che si abbandona un pensiero d’amore? Così
un uomo può abbandonare il suo pensiero d’amore che ha un nome di
donna.
Così una donna può abbandonare il suo pensiero d’amore che ha
un nome di uomo e dire soltanto: “e’ stato meraviglioso averti ma
ora non t’amo più, dunque esci da questo nostro cielo che’ da oggi
e’ soltanto mio”,
e tante strade diventano
una...come il sapore
di mille baci nella memoria ora diventano uno solo... quello che t’ha
fatto più male...e tante strade diventano
una... come tutte le
volte che “mi hai sentito dentro” scrivendo attimi d’immortalita’
con le tue pressioni d’amore su di me... e tante strade
diventano una
- amore bastardo,
perché hai scelto la panchina del nostro primo incontro per consegnarmi
il passaporto ed un biglietto di sola andata (con lui che da un’auto
lontana misteriosamente cantava senza sapere di noi : “sarà
sempre tardi quando ritornerai”)... Come questo cd che ha suonato l’ultima volta nella tua auto mentre
fuori pioveva un tiepido autunno novembrino, con tanto traffico
accalorato tutt’intorno, colorato della fretta di tornare presto a
casa...di sacchetti dei grandi magazzini, e su tutta la pioggia materna
quelle note che anche loro vagano adesso con me e non mi lasciano più
(così come una nave non può liberarsi della sua bianca scia)
Waltz for Ruth
Our
Spanish Love Song
Message to a Friend
Two for the Road
First Song (for Ruth)
The Moon is a Harsh Mistress
The precious Jewel
He’s gone away
The Moon Song
Tears of Rain
Cinema Paradiso
Spiritual. E Dopo, Solo la
voce del mare.
E
nonostante questo, tu mi manchi - anche se t’odio - perché a te ho
regalato la mia parola d’amore più bella, la
prima in cui credevo
davvero lo capisci ? - e con te sapevo che anche il dolore
sarebbe stato il primo vero dolore,
lo capisci ? ....
Tu hai portato via tutto questo con te...andandotene... ...andandotene... ...andandotene... ...andandotene... ...andandotene... ...andandotene.… Fine |