Le Poesie di Fabrizio Lasperanza
Hai mai guardato gli alberi ?...
Hai mai guardato gli alberi?
possenti braccia elevate al cielo
fragili cose della natura
docili anime perdute nel vento
instancabili si dondolano nell'azzurro
in una calma bugiarda
Ma quando viene la notte
come guerrieri
lottano nella tempesta
si piegano sotto i fulmini
e senza spezzarsi
sbandano, ondeggiano, resistono
La natura grida
e il vento porta nuvole grigie
nell'aria di morte
pioggia di fango li ferisce
grandine di vetro piega i loro rami
Ogni giorno così
ogni anno
ogni stagione
per secoli e secoli
Altri alberi, si
altra pioggia
tempeste diverse
ma niente è cambiato
già svettano nell'aria giovani piante
tenere foglie coprono i rami
e con le cime si immergono
nella vastità sconosciuta
per interpretare la voce del vento
Tagliare questa rete
Vorrei soltanto fermarmi un istante
tagliare questa rete specchiarmi nel presente
conosco il rimpianto l'aspro ricordare
la mia povera anima in perenne delirio
le stelle brillano in questo cielo di fumo
fonte di vita e d'inganni
bagliori in questa notte d'inchiostro
guardandole vedo un bambino triste
le sue lacrime coscienti il suo giovane dolore
vedo un giovane rinchiuso in una lunga notte bianca
vedo un angelo biondo
senza più nome e peccato
perfetto e irragiungibile
irreale come non lo era mai stato
questo mi è concesso
un lungo interminabile sogno.
Grotte marine e ghiacci spioventi...
Tra strapiombi di mare e bianca spuma
ascolto il triste moto
vivo le contraddizioni di questa dura terra
cristallo azzurro montagna nera
amore e morte
Davanti a me la strada
triste e viva sempre sconosciuta
"nessun luogo è il mio in nessuno posso sostare
ovunque straniero
ramingo sulla strada"
Spesso ho sognato la natura potente
grotte marine e ghiacci spioventi
misteriosa signora delle cose
perché sei così bella e sfuggente?
Ricordo una notte cattiva
fatta di dune rosse e montagne d'argilla
nell'aria solida sentivo tristi solitudini
strani uomini intraprendevano un viaggio
stavano morendo ma non volevano fermarsi
Grotte marine e ghiacci spioventi
Tra strapiombi di mare e bianca spuma
ascolto il triste moto
vivo le contraddizioni di questa dura terra
cristallo azzurro montagna nera
amore e morte
Davanti a me la strada
triste e viva sempre sconosciuta
"nessun luogo è il mio in nessuno posso sostare
ovunque straniero
ramingo sulla strada"
Spesso ho sognato la natura potente
grotte marine e ghiacci spioventi
misteriosa signora delle cose
perché sei così bella e sfuggente?
Ricordo una notte cattiva
fatta di dune rosse e montagne d'argilla
nell'aria solida sentivo tristi solitudini
strani uomini intraprendevano un viaggio
stavano morendo ma non volevano fermarsi