Le Poesie di Alessandro Furlano
INTENSITA'
La notte prende ciò che hai
E si concede tutto ciò che un tempo era vivo
Lei sa che forse cambierai
Ma la sua canzone è un riflesso ormai tardivo
Domani un bimbo nascerà
E prima di tutto piangerà di fronte al nuovomondo
La cosa non ti scalfirà
Perché tu sai che ormai non vivi più.
Quando corri e pensi che non ce n'è più
Quando vivi e fai di necessità virtù
Non pensi mai all'intensità?
Pensi ancora che un giorno tornerà da te?
Illusioni e chiare utopie
S'infrangono su muri che nessuno ha mai capito
Visioni chiare di follie
Scorrono veloci, sono un pacco ormai spedito
La vita segue molte vie
Quella che speravi non c'è più.
Quando corri e pensi che non ce n'è più
Quando vivi e fai di necessità virtù
Non pensi mai all'intensità?
Pensi ancora che un giorno tornerà da te?
Ciò che sta cercando ora sei tu…
Quando corri e pensi che non ce n'è più…
IMMAGINI
Sul percorso di sassi e spine
vedo immagini della vita che scorre,
vedo il vecchio dal bianco crine
che saluta il bambino che corre.
La giostra che gira cigolando
con nessun passeggero a bordo
il treno che passa sbuffando
sul binario senza ritorno.
La ragazza che ride gioiosa
col suo fare senza pensieri
il ragazzo raccoglie una rosa
non avendo argomenti più seri.
Il contadino che scava più a fondo
per le messi che mai ci saranno
vedo questo e altro nel mondo
vedo e passo, ma loro non sanno.
LA CORSA DEL TEMPO
Non si copre col sudario bianco
l’incedere sostenuto del tempo
anziano viaggiatore ormai stanco
d’un mondo saturo di scempio.
Immagini di storie vissute
fotogrammi sbiaditi della mente
ricordano le occasioni perdute
gettate ad un vento morente.
Rialzando caparbi la testa
scrutiamo l’orizzonte ancora
guardando quel poco che resta
dopo il passaggio dell’ultima ora.
IL CANTO DEL CIGNO
Quando l’anno svoltò ancora
la decisione risuonò sicura
tanto che ripensandoci ora
c’è chi ride di questa paura.
Come Eva tenacia non mostrò
nel resistere alla sua tentazione
queste righe qualcuno vergò
conscio che non cambiasse situazione.
Nel concetto di morte apparente
in cui vive da sempre l’amore
nulla cambia la rima innocente
né l’ardere costante del sole.
S’ode ora il canto del cigno
di quest’ultima inutile storia
che giacerà nel profondo scrigno
che è custodito dalla memoria.